Ieri è uscito “Dopera”: primo disco solista di Dope One, crudo e verace come la sua Napoli. Dopo un lungo percorso di formazione fatto di battle, freestyle, scritte sui muri, esperienze di periferia e jam session in giro per la Campania, Dope One, al secolo Ivan Rovati, è arrivato a suonare in giro per l’Italia e a dividere il palco con grandi artisti tra i quali i 99 Posse e Clementino. Ora il “figlio della strada” è pronto per presentare al pubblico un lavoro maturo e curato in ogni minimo particolare. Dal basso, con umiltà e senza mai vendersi a nessuna grande major il rapper ha ottenuto, step by step, la stima di tutti i suoi colleghi e maestri nonché un seguito di fans sempre crescente.
“Cantare un pezzo in collaborazione con i 99 Posse per me è un sogno che si realizza. Da supporter dei miei idoli oggi sono diventato parte integrante della loro famiglia”, ci confida quando gli chiediamo a quale brano di questo progetto sia più legato. Ma non saranno solo ‘O Zulù e Co. ad impreziosire il tutto. L’album si presenta ricco di validissimi featuring sia al microfono che alle produzioni.
Incontriamo Ivan nella sede dell’etichetta indipendente partenopea “Jesce Sole” per intervistarlo. Da napoletano doc ci accoglie in studio con un ottimo caffè zuccherato con la sua solita genuinità e solarità. Entrare in empatia con lui è facile e così Dope One riesce a farci vivere attraverso le sue parole la passione innata che prova da sempre per l’ hip-hop. Quello reale però. Quello fatto di impegno e attaccamento al territorio. Quello professato da Afrika Bambaataa.Quello che non rappresenta erroneamente un mero genere musicale, ma una cultura vera e propria con messaggi e valori da rispettare. Hip hop, no pop!
Ivan presentaci la tua “Dopera d’arte”…
“Dopera” è un cd fatto di versi molto intensi che vengono dal profondo della mia anima e del mio cuore. Tematica predominante è la denuncia sociale, per me importantissima fin dall’inizio della mia carriera. Interessante anche la serie di collaborazioni presenti nel disco sia come beat che come cantati. Invece l’etichetta musicale che ho scelto e a cui mi sono affidato completamente è la label napoletana “Jesce sole”.
Una frase per descriverci ogni traccia del tuo disco…
1. CELEBRATION feat. Wena (Prod. by Fid Mella)- E’ una celebrazione alla vita per eliminare i pensieri negativi.
2. ‘E MMAN ME FRIEN (Prod. by Dj Apoc)- Il titolo è un modo di dire partenopeo che indica quando ti prudono le mani. Le avversità e le difficoltà giornaliere possono portare questo prurito e racconto mie esperienze personali.
3. SVEGLIATI (Prod. by Ice One)- Descrivo la mia visione sul rap e sulla società ed incito tutti ad aprire gli occhi.
4. VIRTU’ CARDINALE (Prod. by BreakStarr)- La mia virtù cardinale è stata non arrendermi. Il messaggio è che non bisogna fermarsi mai qualsiasi cosa accada.
5. CAPOEIRAP (skit)- In questa skit-track assieme al gruppo di capoeira Vulcao faccio un paragone tra questa musica e il rap perché entrambi generi che esprimono ribellione e denuncia. La prima nata dagli schiavi portoghesi, il secondo dai ghetti e dagli emarginati di New York.
6. MOOD DESIGNER feat. Sangue Mostro (Prod. by Frank Sativa)- Similitudine tra l’Mc e il designer. Noi siamo gli architetti del beat.
7. I.O. (Prod. by Oluwong)- Parla semplicemente di me e della mia identità.
8. RIPERCUSSIONI (Prod. by Frank Sativa)- Affronta il tema dei pregiudizi e delle ripercussioni che ha dovuto subire il popolo napoletano nel corso della storia. In questo brano sicuramente esplode la mia anima meridionalista.
9. NO POLITICIAN feat. Clementino- intro Noyz Narcos (Prod. by Nazo)- Il titolo vuole richiamare lo slang del patwa jamaicano. Siamo contro le forze dell’ordine: “Babilonia”. E i politici di questo Sistema non ci servono affatto.
10. ELETTROSHOCK feat. A67- Dedicato in primis a Stefano Cucchi, ma anche a Davide Bifolco e a tutte le altre vittime dello Stato morte per mano della polizia.
11. ESAME (Prod. by Dj Impro)- Pezzo più solare del disco. La nostra vita è un esame costante da quando apriamo gli occhi a quando li chiudiamo per andare a letto. Nessuno ci regala niente e quindi c’è uno stress positivo quotidiano per andare avanti. Ogni nuovo giorno è come se fosse una vera e propria sfida.
12. MUSIC BY STAMINA feat. Musteeno (Prod. by Sonakine)- La musica è in me in maniera staminale. E’ come se facesse da anello tra i miei organi, il mio sangue, le mie ossa. La sento fin dentro al midollo ed è la colonna portante del mio essere.
13. NON TOCCARE IL CANE feat. Dario Sansone dei Foja (Prod. by Oluwong)- Se si prova a toccare un cane quando sta mangiando dalla scodella ti ringhia o ti tira addirittura un morso. La metafora che ho voluto fare è che il cane arrabbiato sono io e devo difendermi da chi mi vuole togliere ciò che mi sono guadagnato.
14. RINT’ A ST’ANEMA (Prod. by Ciccio Merolla)- Viaggio introspettivo che parla dall’amore.
15. LIBERTAD feat. 99 Posse- Canzone bella, forte, incisiva. Nel mondo non vorremmo più schiavi. Siamo nati tutti liberi. Grande esempio di integrazione è Napoli. Nel centro storico partenopeo c’è un meltin’ pot di colori, razze e sapori. Ad esempio i profumi della cucina Sri-lankese si mescolano armonicamente a quelli del ragù tradizionale.
16. YOUR WISH feat Valerio Jovine (Prod. by The Essence)- Momento di riflessione in cui medito e faccio meditare su cosa realmente vogliamo a livello spirituale. Anche chi materialmente possiede tutto può essere depresso. E’ un inno ad essere forti in ogni momento e a combattere per poter far avverare i propri desideri.
17. RING DI ALARM (Prod. by BeatMates)- E’ un rifacimento dell’omonima canzone di Tenor Saw. Mi sono immaginato come il pompiere dell’Hip hop. Noi Mc’s dovremmo suonare l’allarme e spegnere i fuochi di paglia della vita. Chi fa il rapper ha una grande responsabilità: deve essere migliore per portare la massa a progredire.
Hai scelto un’etichetta indipendente e per di più partenopea. Perché Dope One non può accettare le proposte delle grandi major nazionali della discografia?
Ho ricevuto qualche proposta dalle major discografiche italiane, ma non mi interessano. Preferisco essere totalmente libero di dire la mia e prediligere una realtà locale, un’etichetta della mia Terra. Sono un rapper con dei princìpi. Mi sento diverso da quelli che parlano solo di soldi, donne e macchinoni di lusso. I miei valori li ho dentro da quando ero piccolo. Sono cresciuto in strada e questa insieme al rap mi ha reso ancora più sensibile. Infatti racconto spesso le vere storie che succedono nelle vie della mia città, Napoli, e non potrei omettere nulla dai miei rap. Quando ho incontrato la “Jesce Sole” ho deciso di farmi produrre da questo team perché c’è stata fratellanza a prima vista, mi sono sentito a casa e compreso umanamente ed artisticamente. Ma soprattutto perché Done One nei suoi testi non si censurerà mai.
I tuoi testi sono ideologizzati in qualche senso? In una nostra precedente intervista hai dichiarato che la tua unica politica è l’hip hop. Confermi?
Si. Per quanto sia ovviamente più tendente verso un’ideologia di sinistra ritengo che attualmente si sia snaturata e non sia utile a risolvere i problemi concreti . Vorrei solo che si abbattessero le disuguaglianze, le differenze di razza, sesso e classi sociali. Quindi continuo a sostenere che la mia unica fazione è l’hip hop ed i miei “ministri” restano Afrika Bambaataa e Zulu Nation. Politicamente ho lo stesso punto di vista di un verdumaio di Forcella che alla domanda “Quale partito hai votato alle elezioni?” ti risponderebbe “Nessuno perché tanto nessuno si interessa di me”. Il rap invece può essere importante in difesa del territorio contro l’indifferenza dello Stato.
Critichi la scena hip-hop attuale di troppa superficialità in merito?
Più che altro invito tutti a capire realmente cosa sia l’hip-hop. Quando ho iniziato non c’erano tutti questi canali come facebook e i social network. Per apprenderne l’essenza bisognava andare a comprare i dischi nei negozi o dei giornali cartacei specifici. Oggi invece che ci sono molti più mezzi a disposizione per informarsi paradossalmente le basi della cultura hip-hop si stanno perdendo. Non c’è consapevolezza. Prima di essere rapper, bisogna imparare ad essere uomini. E’ facile diventare un personaggio, ma ciò che è fondamentale è avere e mantenere una propria identità. Senza dimenticare che l’hip hop è solidarietà col prossimo, aiutare la propria gente, generare bene, avere il coraggio di restare sul territorio anche se al Nord c’è più lavoro e vengono offerte maggiori opportunità. Se teniamo duro e noi artisti del posto diamo una mano a far crescere le industrie musicali della nostra città potrà arrivare il giorno in cui verranno dal Nord a farsi produrre qua e non sempre il contrario. Abbiamo talenti e tante eccellenze che devono lottare sul campo senza abbandonarlo alla prima occasione. Intanto acquistate il cd e Stay Dope!
Eugenia Conti