Prima di partire con l’analisi vera e propria del disco credo sia necessario premettere che tra questa recensione e l’uscita dell’album c’è più di un anno e mezzo di distanza. La cosa può sembrare ininfluente ma in realtà è determinante perché quelli che a un primo ascolto del disco potevano sembrare degli spunti ora con il passare del tempo e con l’evolversi della carriera di Ghemon sono diventate delle vere e proprie certezze. Ma andiamo per gradi.
Orchidee è la quarta fatica solista (non contando i due mixtape) di Gianluca Picariello, in arte Ghemon uscita il 27 maggio 2014 per Macro Beats. A un primo approccio il disco già ci mette davanti ad una domanda importante: in quale genere musicale possiamo catalogarlo precisamente. Probabilmente questa nessuna risposta sarebbe completa.
L’aspetto che colpisce di più è relativo ai beat, tutti suonati da musicisti di qualche band: Fabio Rondanini ed Enrico Gabrielli dei Calibro 35, Patrick Benifei dei Casino Royale, Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours, solo per citarne alcuni dei più famosi. C’è da dire che non è questa la particolarità che allontana Orchidee dall’essere considerato un disco strettamente hip-hop (l’esperimento dei beat infatti era da anni già più che riuscito in America), ma ci sono altri fattori che deviano dalla norma. In primis le produzioni affidate a Marco Oliva e Tommaso Collivi ( anche quest’ultimo Calibro 35) che pur mantenendo una base prettamente hip-hop lasciano comunque intravedere la contaminazione da u panorama musicale diverso. La seconda caratteristica invece riguarda proprio il cantato di Ghemon che non si limita più soltanto a intonare ritornelli più melodici, come era stato in passato, ma a cantare su tutta la traccia fino ad arrivare a un pezzo come Veleno, in cui il rap non c’è proprio.
Analizzando il disco track by track troviamo subito il singolo “Adesso sono qui”, nonché primo pezzo scritto per l’album che fa un po’ da manifesto programmatico per il “new Ghemon”. Con lo sguardo sempre concentrato il cantante è a metà tra il mondo personale di Gianluca e quello artistico di Ghemon, realtà che si compenetrano e che possono creare malinconia (Fuoriluogo ovunque) oppure orgoglio per ciò che si è costruito (Nessuno vale quanto te) accompagnato dall’ansia di fare qualcosa di nuovo (L’ultima linea). Più generalmente al centro dei brani c’è sempre una certa introspezione che a volte si sofferma sull’amore (Crimine, Da lei), altre volte su abitudini e rapporti con gli altri (Quando imparerò, Il mostro, Smetti di parlare). Alcuni brani sembrano scritti guardandosi intorno, anche con una punta d’amaro (Tutto sbagliato, Ogni benedetto giorno), oppure descrizioni di un pomeriggio di noia (Pomeriggi svogliati).
Ma riprendendo quello che abbiamo detto all’inizio, quali sono gli “spunti” presenti in questo disco trasformatisi in certezze? Orchidee sembra essere il disco della liberazione di Ghemon che finalmente è riuscito a fare quello che effettivamente gli piace, quello che ha sempre voluto dopo un lungo periodo di crisi. Non a caso in PTS pt.2 diceva “Non ho mai sopportato l’idea di stare fermo, in coda nella stessa fila in eterno” e se quel pezzo preannunciava tanti cambiamenti che poi ci sarebbero stati, questa frase nello specifico rappresenta la maturazione dell’idea di creare proprio l’album Orchidee. Il rapper avellinese ha raggiunto ora una nuova fase in cui è più libero di esprimersi ed in cui è la sua musica a farla da padrona, completamente slegata a canoni già fissati e a cliché ai quali attenersi. Un assaggio di ciò che potrà riservarci in futuro possiamo averlo già dai suoi live che portano sul palco questa evoluzione e questa ricerca di nuovi modi di comunicare al pubblico, senza far dimenticare ai più appassioanti che sul palco c’è sempre e comunque un Mc che rappa e peraltro benissimo. In Orchidee di rap ce n’è tanto, di soul e blues anche. La bella musica non manca. E va benissimo così.
Tracklist
- Adesso sono qui – 4:06
- Quando imparerò – 3:26
- Da lei (Con lo scudo e la spada) – 3:35
- Fuoriluogo ovunque – 3:53
- Il mostro – 4:00
- Smetti di parlare – 3:44
- Tutto sbagliato – 4:00
- Nessuno vale quanto te – 3:58
- Ogni benedetto giorno – 3:17
- Crimine – 4:05
- Pomeriggi svogliati – 3:04
- Veleno – 3:09
- L’ultima linea – 3:18
Corrado Tesauro